La melicoltura diventa più sostenibile
Il cambiamento climatico è indubbiamente una delle maggiori sfide dei giorni nostri. In qualità di produttori di generi alimentari, la responsabilità nei confronti della natura dovrebbe essere una componente essenziale della nostra missione e visione. Si tratta, più precisamente, della responsabilità verso l’uomo e la natura lungo la catena del valore aggiunto, che prevede una particolare attenzione alla cura dell’ambiente e delle sue risorse, dalla coltivazione alla consegna: solo così, la sostenibilità può essere integrata all’interno dell’intero processo, creando fondamenta durature.
Cosa dovremmo temere?
Entro fine secolo, la Terrà è minacciata da un drammatico surriscaldamento globale e, di conseguenza, da un significativo innalzamento del livello del mare, che inonderebbe numerose coste. Tutt’intorno al Mediterraneo e in altre aree tropicali e subtropicali pioverà, presumibilmente, sempre meno, un fenomeno che potrebbe causare devastanti siccità. Drastici cambiamenti climatici, come p.e. l’era glaciale, hanno segnato la storia del nostro pianeta, sebbene finora si trattasse d’inevitabili evoluzioni condizionate dall’ambiente. Diversa è la questione odierna: per la prima volta, infatti, il cambiamento climatico in corso è indubbiamente provocato dall’uomo. “Quindi, è anche in nostro potere correggere, senza esitare, quest’evoluzione pericolosa e perversa, riducendo le emissioni di gas serra”, ha riferito Hans Joachim Schellnhuber, direttore del Potsdam-Institut für Klimafolgenforschung (PIK – istituto di Potsdam per la ricerca sul cambiamento climatico, ndt).
Le mele hanno bisogno di molta acqua
Per poter produrre una quantità soddisfacente di mele della migliore qualità è necessaria molta acqua. Il cambiamento climatico, però, la rende sempre più scarsa, mentre gli alberi, per conservare la loro produttività, ne hanno bisogno di grosse quantità. Sebbene mediamente l’Alto Adige disponga ancora di grandi riserve idriche, in futuro anche da noi è previsto un peggioramento della situazione, dovuto all’aumento della temperatura e dell’irradiamento solare con il conseguente incremento dell’evaporazione e della traspirazione delle piante. Gli esperti mettono anche in guardia dalla riduzione dell’acqua a disposizione, dovuta (tra l’altro) allo scioglimento dei ghiacciai e a estati sempre più secche. Per un frutticoltore ciò si traduce nella necessità di rivolgere maggiore attenzione a un’irrigazione nel rispetto delle risorse. Il concetto di sostenibilità comprende, infatti, anche una condotta parsimoniosa nei confronti di risorse limitate, quali l’acqua.
Cosa significa sostenibilità?
Sostenibilità significa l’incremento della qualità della vita in un ambiente incontaminato e dal clima sano. Sostenibilità è energia ricavata da fonti rinnovabili, così come l’impiego riguardoso di queste preziose risorse. Sostenibilità implica la scelta di materiali regionali e il rispetto delle risorse in ogni sfera della vita. Per le generazioni future i principi politico-ambientali, sociali ed economici potrebbero non rappresentare un conflitto d’interessi; al contrario, la loro armoniosa interazione potrà garantire un successo duraturo e l’indipendenza di un’azienda.
Come viene applicata la sostenibilità alla frutticoltura?
Oltre alla grande disponibilità dei frutticoltori a investire in sostenibilità e salute, l’Alto Adige può fare affidamento su ulteriori provvedimenti di ordine politico, tra cui, p.e., le direttive per la protezione delle piante emanate dalla Giunta Provinciale. Qui, sono quindi in vigore standard più elevati di quelli previsti dal Piano d’Azione Nazionale. Le nuove linee guida comprendono la regolamentazione delle distanze per l’impiego mirato dei fitofarmaci, evitandone la deriva sulle superfici limitrofe. A questo proposito, vengono regolate in maniera particolarmente severa le distanze dei frutteti da scuole, asili, parchi giochi, campi sportivi, parchi o strutture sanitarie. Le ultime direttive vogliono essere un’ulteriore misura essenziale per la tutela della salute della popolazione. “Rispettando le nuove regole, gli agricoltori dimostrano un senso di responsabilità nei confronti dei loro concittadini e dell’ambiente”, ha affermato con convinzione Raimund Prugger, presidente del comprensorio della Val Venosta del Bauernbund (Unione Agricoltori). Oltre alle regolamentazioni sulle distanze, gli agricoltori puntano su nuovi metodi: “Vogliamo passare, il più rapidamente possibile, alla nuova tecnica d’irrorazione, che è più precisa ed evita la deriva”, ha illustrato Thomas Oberhofer, presidente della VI.P. Gli agricoltori hanno messo quest’obiettivo nero su bianco, già con le direttive AGRIOS del 2015. L’allestimento dell’attrezzatura a bassa deriva comprende convogliatori d’aria a torretta e ugelli a iniezione, così come atomizzatori con lamine di copertura. Oltre allo scopo politico-ambientale, questa tecnica offre un valore economico aggiunto, riducendo il consumo di pesticidi.
Fonti:
https://www.sbb.it/home/news-detail/index/2019/02/28/wieviel-wasser-braucht-der-apfel https://www.dervinschger.it/de/gesellschaft/apfelanbau-wird-nachhaltiger-20806
CATARINA GRUBER GENETTI
Comunicazione